SERGIO D’ASNASCH, il primo azzurro
nato il 5 agosto 1934
E’ stato il primo azzurro ed il primo atleta della Riccardi a gareggiare in un’Olimpiade. Ha incominciato quasi per caso girellando attorno al Giuriati.
L’ha visto Gippi Usuelli che l’ha presentato alla Riccardi. Voleva fare il getto del peso. Due anni dopo vinceva invece nel salto in lungo con 6,99 la selezione per la Nazionale ed esordiva in azzurro nel 1953 nell'incontro Italia Germania.
Campione d’Italia II serie dei 100 metri nel 1953, partecipava ai Campionati Europei di Berna nel 1954 e vinceva per la Riccardi il 1° titolo assoluto (4 x 100) nel 1955.
Anche ai Giochi del Mediterraneo di Barcellona ha vinto la staffetta 4 x 100. L’anno dopo si affermava nella selezione per l’Olimpiade ed a Melbourne ha gareggiato nei 200 metri. Nel 1957, primo nostro atleta, è passato alle Fiamme Oro per assolvere il servizio militare.
Ragazzo intraprendente, si è poi dedicato al giornalismo, diventando redattore dell’ANSA. Ha sposato la campionessa di nuoto Luciana Veschi, diventata famosa come regista televisiva .
sotto a destra: Sergio D'Asnasch sul podio vincitore con 10"7 dei mt100 nel Campionato di IIa serie nel 1953
Qui sotto un racconto di Sergio D'Asnach da giornalista in ricordo del primo titolo assoluto vinto dalla Riccardi con la sua partecipazione alla staffetta 4x100 nel 1955
Le bielle roventi di indianapolis
Renato Morino. compianto giornalista sportivo di 'Tuttosport" nel suo linguaggio immaginifico aveva battezzato ”Indianapolis" la pista dell'Arena. Allora era infatti di 500 metri e le sue curve più ampie permettevano una corsa più agevole, rispetto alle normali piste di 400 metri. Anche la terra del suo fondo, nera perché mischiata alla carbonella (il tartan sarebbe arrivato tredici anni dopo con le Olimpiadi di Città del Messico) appariva ben compatta (se non pioveva troppo).
Insomma, nell'ambiente dell'atletica si riteneva che l'Arena andasse particolarmente bene sopratutto per i velocisti. Cosi "Indianapolis" come la celebre pista americana, tempio della velocità automobilistica. Consequenziale Renato Morino fu anche nell’articolo dedicato ai campionati
italiano assoluti del l955: la 4xl00 che vi vinse il titolo fu da lui definita "le bielle roventi di lndianapolis". Quelle "bielle roventi" erano le gambe dei quattro velocisti della Riccardi che portarono alla società il primo titolo italiano assoluto della sua gloriosa storia.
Erano gli arti inferiori di Franco Faletti che corse la prima frazione, i miei, impegnato in seconda. quelli di Enzo Annoni, lanciato nell'ultima curva, ed infine dì Angelo Pagani impegnato nel rettilineo d'arrivo a resistere al rush finale degli avversari. Noi si fu molto orgogliosi di quell’articolo di Morino. Si era arrivati alla Riccardi per vie diverse. lo non ero sfuggito all'attenzione di Renato Tammaro, che mi aveva visto vincere un 100 metri alla "Forza e Coraggio", in una selezione delle "Popolari", allora tradizionale manifestazione per esordienti della "Gazzetta dello Sport". Avevo corso con le scarpe da tennis ed avevo battuto avversari che avevano già le ambite scarpette chiodate. Il fatto aveva positivamente colpito Tammaro che mi invitò alla Riccardi, dandomi le mie prime scarpette.
Annoni era arrivato dalla "Daini” dì Carate Brianza. Pagani e Falettì dopo aver dimostrato di essere promettenti velocisti nei campionati scolastici. Ci aveva poi dato utili insegnamenti "papà" Adolfo Gandini. che già aveva maturato una buona esperienza di velocista nella Riccardi. "Papà" Gandini era ancora con noi quando siamo ritrovati qualche sera fa a cena per ricordare quel primo titolo italiano della Riccardi. Non c'era Pagani, che la città sembra avere inghiottito nella sua alìenazione. Con me Faletti ed Annoni c'erano anche Pierino Monguzzi pesista azzurro. Umberto Airaghi specialista dei 1500 ed un grande Alfredo Rizzo detto "King" che ha segnato un'epoca nel mezzofondo per la Riccardi. Abbiamo anche ricordato come nel 1953 Monguzzi, Airaghi, Rizzo ed io,vale a dire solo in quattro. vincemmo il titolo a squadre nei campionati italiani di Seconda Serie a Parma, mettendo insieme titoli individuali e piazzamenti accumulati in diverse gare. Con noi c'era, come sempre, anche Renato al quale tutti noi dobbiamo tantissimo non solo come atleti, ma soprattutto come uomini per gli insegnamenti di correttezza e che ci ha dato. E che ha continuato a dare a tanti giovani.
(NDR) alcuni di loro li ritrovate tra gli azzurri qui di seguito
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