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Americo Gigante è uno degli allenatori di più lunga data per l’Atletica Riccardi Milano 1946. Gigante, origini tarantine, classe 1959, professore di Educazione Fisica al Liceo Scientifico Vittorio Veneto di Milano e docente universitario di atletica leggera alla Scuola di Scienze Motorie alla Statale, è allenatore specializzato nel settore Lanci dopo essersi abbeverato alla scuola di Nicola Silvaggi. Il suo rapporto con l’atletica inizia molto presto ma vive un avvio tormentato: «Da ragazzo, motivato solamente dal piacere che provavo nel correre durante il soggiorno nella casa di campagna nei mesi estivi, mi presentai al Campo Scuola dove si praticava atletica, ma purtroppo incontrai un allenatore interessato solamente alla ricerca di talenti da usare per soddisfare la sua smania di successo, mi demotivò e abbandonai presto. Incontrai l'atletica quando fui nominato nel 1985 docente di ruolo al Liceo Vittorio Veneto una scuola di lunga tradizione sportiva (3 docenti insegnavano all'ISEF Statale di Milano, 2 atletica leggera). Nel 1986 assunsi l’incarico di gestire il Gruppo sportivo dell’istituto». Da lì iniziò la sua sfida: «Diventare allenatore senza essere mai stato atleta con una particolare mission, permettere a tutti di provarci!».

A ruota rispetto al ruolo di figura tecnica di riferimento del gruppo sportivo scolastico scatta pure l’esordio come allenatore al pomeriggio sui campi di atletica: «Nel 1987 avevo già un paio di ragazzi pronti a fare agonismo nei lanci, il collega Michele Mangiafico se ne accorse e allora mi presentò al prof. Giampiero Alberti che a sua volta mi mise in contatto con Nicola Silvaggi (futuro CT della nazionale di atletica nel 2005) che allenava al C.S. Saini. Il gruppo era stimolante, Nicola una persona disponibile e gentile... con molta umiltà mi aggregai».

A Milano sui campi di atletica non è difficile fare conoscenza con una società come la Riccardi, cosa che puntualmente (e con molta soddisfazione) avviene subito dopo e legherà Gigante ai colori verdi per tutta la carriera da tecnico (attualmente Gigante è anche dirigente della squadra Allievi): «Accadde tutto grazie al professor Alberti chiaramente che come me è stato allenatore nella sua storia professionale in una sola società sportiva: l'Atletica Riccardi! A Renato Tammaro sarò sempre riconoscente perché mi ha fatto diventare un uomo di sport e alla Riccardi per le esperienze di alto livello sportivo nel corso di questi 33 anni.  Seguo principalmente lanciatori come all’origine della mia avventura, anche perché diventai molto presto allenatore specialista, era il 1993. Poi mi resi conto che occorrevano altre esperienze per diventare bravo e presi ad allenare altre specialità, pratica che ancora perseguo. Da ogni atleta ho imparato qualcosa, tutti sono stati importanti. Il rapporto professionale più lungo? Alessandro Castelli: era cadetto quando arrivò nel mio gruppo grazie alla segnalazione del suo docente di Educazione Fisica (il mitico Cocco, grande appassionato del nostro sport). Da senior riuscì a lanciare il peso a 16.29 con il 7,257 kg. Oggi ha 35 anni ed è strongman, ci sentiamo sempre e parliamo ancora di tecnica e metodologia dell'allenamento».

A ricordare la trasferta più bella che vissuta grazie all’atletica nel ruolo di allenatore Americo va con la mente «al Campionato di Società Assoluti a Bari nel 1990 allo stadio San Nicola appena ristrutturato per i Mondiali di calcio. Fu la mia prima esperienza di alto livello nella mia terra natia, niente di più rassicurante, come consulente tecnico di Mario Ciavarella, ingegnere, martellista pugliese che quell’anno fece il suo exploit 59,70 m!   La gara si svolse chiaramente in uno stadio di periferia per non rovinare il manto erboso e il trasferimento avvenne utilizzando un pulmino con i dodici atleti in gara e qualche allenatore, fu l’unico momento di vero disagio. Erano tutti enormi...io un uomo di appena 70 kg. Facevano parte della nostra squadra di lanciatori altri due atleti di livello nazionale: De Santis con oltre 16 m di peso e 57 m di disco, Piovesan con 68 m di giavellotto. Un’esperienza formativa davvero, una sorta di trampolino di lancio».

Tre qualità che Americo apprezza in un atleta: «Difficile rispondere per la quantità innumerevole di variabili nel percorso di sviluppo atletico, comunque ci provo: la capacità di perseverare nel raggiungere gli obiettivi prefissati passando dal breve termine per arrivare al lungo termine; la disciplina nell’organizzare la vita personale e quella sportiva; la capacità di padroneggiarsi in gara attraverso una grande concentrazione e il giusto livello di attivazione».

Tre qualità che Americo apprezza in un allenatore: «La lettura dell'atleta per la personalizzazione del programma a lungo termine ma soprattutto per la miglior gestione della singola seduta; la disponibilità al cambiamento metodologico dal momento che la scienza dell’allenamento è in continua evoluzione; la capacità di leadership basata sulle competenze tecniche e sulla gestione delle risorse umane perché consentono di allenare con successo tutti, non solo il talento».

 

 

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