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FIDAL

Gabriele Gamba Andrea Previtali Ancona 2018 podio HP

Andrea Previtali, bergamasco nato nel 1991, è il punto di riferimento per la marcia in casa Riccardi. Scopre l’atletica alle scuole medie («Grazie a un compagno di classe che portò a scuola il volantino dei corsi di atletica presso la sua società, l’Atletica La Torre di Torre Boldone, e diciamo che dopo un breve prova mi sono subito innamorato») e approda al “tacco e punta” al primo anno nella categoria Cadetti con coach Renato Cortinovis. È il 2007: solo cinque anni dopo, nel 2012, Previtali passa dall’altra parte della barricata diventando allenatore. «Ho iniziato non appena mi sono ritirato dall'attività agonistica - racconta -. Mi era sempre piaciuta l'idea di allenare qualcuno e finalmente avevo occasione di farlo. Ho cominciato affiancando Andrea Adragna (marciatore azzurro con i colori della Riccardi, ndr) all'Atletica Villese e poi piano piano sono diventato più indipendente. In realtà ci confrontiamo ancora molto spesso. Ho e abbiamo seguito diverse categorie quindi, specialmente coi ragazzi in tenera età abbiamo sempre fornito un approccio all'atletica abbastanza multilaterale: nella multilateralità è sacrosanto che ci sia pure la marcia».

 

Previtali arriva in Riccardi al secondo anno da coach, nel 2013, come tecnico di Marco Morotti che sarebbe poi salito (nel 2016) sul podio dei Campionati Italiani Juniores: «Conoscevo la società naturalmente, ma non avevo mai preso contatti con nessuno prima. Ho conosciuto Sergio ed è nato quello che secondo me è davvero un buono e sano rapporto di amicizia. Per la Riccardi ho allenato o alleno Marco Morotti, Davide Marchesi, Gabriele Gamba e Mattia Boni». Quattro atleti, dei quali due portati al titolo tricolore giovanile e alla Nazionale: Marchesi e Gamba. Andrea, al pari dei suoi ragazzi, alle gare è uno da “toccata e fuga”: «Non sono noto come un grande "trasfertista", quasi sempre ci muoviamo in giornata, ma una trasferta che ricordo è stata sicuramente Agropoli 2019 per i Campionati Italiani Allievi: ho avuto l'impressione che la squadra fosse molto unita. Eravamo una bella compagnia diciamo».

 

Tre qualità che Andrea apprezza in un atleta: «Ambizione, spirito agonistico e, se non è chiedere troppo, intelligenza. Intelligenza non vuol dire necessariamente essere colti, ma riuscire ad adattarsi alle situazioni in cui ci si trova, che si tratti di gare o di allenamenti. Non faremo nomi, ci limitiamo a dire che ho la fortuna di allenare un ragazzo che queste qualità le ha tutte».

 

Tre qualità che Andrea apprezza in un allenatore: «Domanda difficile, in tutta sincerità forse tre sono davvero poche, cercherò di limitarmi. Ambizione, difficile andare lontano senza. Capacità e volontà di mettersi in discussione: c'è pieno di grandi allenatori pronti a darci una mano e a farci crescere, bisogna solo avere l'umiltà di chiedere. Un bravo allenatore deve sicuramente capire chi e cosa ha davanti: che ragazzo/atleta sta allenando, come sta, cosa può e cosa non può fare».

 

 

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